ARCHIVIO ANTONIO GRAMSCI

Antonio Gramsci

1891 - 1937
Archivio Antonio Gramsci
2292 Documenti

STORIA ISTITUZIONALE/AMMINISTRATIVA, NOTA BIOGRAFICA

1891 Il 22 gennaio Antonio Sebastiano Francesco Gramsci nasce ad Ales (allora in provincia di Cagliari, ora Oristano), da Francesco e Giuseppina Marcias. Il padre, nativo di Gaeta, si era trasferito in Sardegna nel 1882 per assumere la gerenza dell'Ufficio distrettuale del registro di Ghilarza. Qui aveva conosciuto Giuseppina, sposata nel 1883. A Ghilarza era nato Gennaro (1884). Francesco era stato poi trasferita ad Ales dove erano nate Grazietta (1887) ed Emma (1889). Nell'estate la famiglia si trasferisce a Sorgono, dove Francesco regge il locale Ufficio del registro. Qui nasceranno Mario (1893), Teresina (1895) e Carlo (1897). 1894 Frequenta l'asilo di Sorgono gestito dalle suore vincenziane di Sorgono. 1895 Inizia a manifestarsi la sua malformazione fisica, dovuta al morbo di Pott, ma attribuita dalla famiglia ad una presunta caduta dalle braccia di una giovane domestica. 1897 A ottobre è iscritto alla prima elementare che non potrà frequentare per le precarie condizioni di salute. 1898 Il 9 agosto il padre è arrestato per una irregolarità amministrativa. La madre si trasferisce, con i 7 figli, a Ghilarza, ospite della sorellastra Grazia Delogu. 1900 Il 27 ottobre il padre è condannato a 5 anni, 8 mesi e 22 giorni di carcere; viene recluso nel carcere di Gaeta. 1903 Consegue la licenza elementare, ottenendo il massimo dei voti in tutte le materie. Per le difficili condizioni economiche della famiglia, deve interrompere gli studi. Inizia a lavorare presso l'Agenzia delle Imposte dirette e del Catasto di Ghilarza. 1904 Il 31 gennaio il padre viene scarcerato e torna dalla famiglia a Ghilarza. Studia privatamente per iscriversi al ginnasio. 1905 Nell'ottobre si iscrive alla terza ginnasiale presso l'Istituto Carta-Meloni di Santu Lussurgiu. 1908 Nel luglio sostiene gli esami da privatista per l'ammissione al liceo presso il Regio collegio Salvator Angelo de Castro di Oristano. Il 30 ottobre si iscrive al liceo Dettori di Cagliari. 1910 Pubblica sul quotidiano di Cagliari «L'Unione sarda» il suo primo articolo dal titolo A proposito d'una rivoluzione. 1911 Conseguita la licenza liceale nel mese di luglio, trascorre alcuni mesi ad Oristano ospite dello zio Serafino come ripetitore del figlio Delio. Ad ottobre vince la borsa di studio del collegio Carlo Alberto di Torino per gli studenti disagiati delle vecchie province del Regno di Sardegna. Il 16 novembre si immatricola alla Facoltà di Lettere con indirizzo Filologia moderna dell'Università di Torino. 1912 Trascorre le vacanze estive presso la famiglia a Ghilarza. Il prof. Matteo Bartoli gli assegna alcune ricerche sul dialetto sardo e gli affida la cura delle dispense per il corso di glottologia dell'anno accademico 1912-1913. 1913 Con la firma Alfa Gamma scrive sul «Corriere universitario» gli articoli Per la verità (5 febbraio) e I Futuristi (20 maggio). Assiste in Sardegna alla campagna elettorale in vista delle prime elezioni a suffragio universale maschile (26 ottobre - 2 novembre). Alla fine dell'anno risale la sua iscrizione al Partito socialista italiano. 1914 Ad ottobre, nel dibattito sulla posizione del Psi di fronte alla guerra, interviene su «Il Grido del popolo», con l'articolo Neutralità attiva ed operante. 1915 Dopo aver sostenuto ad aprile il suo ultimo esame universitario, interrompe gli studi e si dedica al giornalismo. Il 15 dicembre viene assunto nella redazione torinese dell'«Avanti!». Contemporaneamente collabora al settimanale socialista «Il Grido del popolo». 1916 Si impegna in una intensa attività giornalistica come cronista teatrale, estensore di note di costume e polemista nella rubrica «Sotto la Mole» dell'«Avanti!». Nella seconda parte dell'anno tiene conferenze su Romain Rolland, sulla Rivoluzione francese e sulla Comune di Parigi. 1917 L'11 febbraio esce il numero unico della Federazione giovanile socialista piemontese «La città futura», da lui integralmente curato. A settembre assume la direzione dell'esecutivo provvisorio della sezione socialista di Torino e dirige fino a dicembre il «Grido del popolo». Fonda con un gruppo di giovani socialisti torinesi il «Club di vita morale». 1918 Il 15 dicembre esce il primo numero dell'edizione piemontese dell'«Avanti!» diretta da Ottavio Pastore, di cui è redattore insieme a Alfonso Leonetti, Palmiro Togliatti e Leo Galetto. 1919 A febbraio pubblica un articolo dal titolo Stato e sovranità sul quindicinale «Energie nuove» diretto da Piero Gobetti. In aprile, fonda con Togliatti, Angelo Tasca e Umberto Terracini, «L'Ordine nuovo», settimanale di cultura socialista, il cui primo numero esce il 1° Maggio. Sempre a maggio è eletto nella Commissione esecutiva della sezione socialista torinese. 1920 Dall'8 al 9 maggio partecipa a Firenze, in qualità di osservatore, alla riunione della frazione comunista astensionista di Amadeo Bordiga. Il 28 e 29 novembre prende parte al convegno di Imola, dove si costituisce ufficialmente la frazione comunista del Psi. 1921 Il 1° gennaio esce a Torino il primo numero de «L'Ordine nuovo» quotidiano, di cui assume la direzione. Partecipa a Livorno al XVII Congresso del Psi (15-21 gennaio). Entra a far parte del Comitato centrale del Pcd'I. 1922 Nel corso del II congresso del Pcd'I (20-24 marzo), viene designato a rappresentare il partito nell'Esecutivo dell'Ic. Il 26 maggio maggio parte per Mosca con Bordiga e Graziadei. Dal 7 all'11 giugno, partecipa alla seconda conferenza dell'Esecutivo allargato dell'Ic. In difficili condizioni di salute, dopo i lavori della conferenza è ricoverato nella casa di cura Serebrjanij bor, dove conosce Eugenia Schucht, che vi è ricoverata, e, a settembre, sua sorella Giulia. Il 25 ottobre è ricevuto da Lenin. Partecipa al IV Congresso dell'Ic (5 nov. - 5 dic.). 1923 Impossibilitato a rientrare in Italia, a causa del mandato di cattura spiccato contro di lui il 2 marzo dal giudice istruttore del Tribunale di Teramo, rimane a Mosca. A giugno partecipa ai lavori del III Esecutivo allargato dell'Ic. Il 3 dicembre giunge a Vienna occupandosi tra l'altro della redazione della terza serie dell'«Ordine nuovo». Tiene un fitto carteggio con Togliatti, Terracini, Mauro Scoccimarro. 1924 Il 12 febbraio esce a Milano il primo numero de «l'Unità». Eletto deputato alle elezioni politiche del 6 aprile nella circoscrizione del Veneto, il 12 maggio rientra in Italia. Entra nell'Esecutivo del Pcd'I e si trasferisce a Roma, dove prende alloggio presso la famiglia tedesca Passarge, prima in via Vesalio 6, poi alla fine dell'anno in Via Morgagni 25. Il 10 agosto a Mosca Giulia dà alla luce il loro primo figlio, Delio. Pochi giorni dopo, è eletto segretario del partito. 1925 Alla fine di gennaio conosce a Roma Tatiana (Tania) Schucht, sorella maggiore di Giulia. Tra il marzo e l'aprile, torna a Mosca e partecipa ai lavori del V Esecutivo allargato dell'Ic. Il 16 maggio interviene alla Camera contro il disegno di legge sulle associazioni segrete, presentato da Mussolini e da Alfredo Rocco. Nell'estate inizia a lavorare insieme a Togliatti alle tesi per il congresso. Nell'ottobre Giulia e il piccolo Delio, insieme con la sorella Eugenia, lo raggiungono a Roma. 1926 Al III congresso del Pcd'I (Lione, 20-26 gennaio) presenta la relazione sulla situazione politica generale. Alla fine di agosto compie una breve vacanza a Trafòi (Bolzano), con Delio, Eugenia e Giulia. Quest'ultima, nuovamente incinta, torna a Mosca, dove il 31 agosto nasce Giuliano. L'8 novembre, nonostante l'immunità parlamentare, è arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli in assoluto isolamento. Nelle stesse ore è arrestato quasi tutto il gruppo parlamentare comunista.Il 18 novembre è assegnato al confino di polizia; il 25 lascia Roma diretto ad Ustica, dove giunge il 7 dicembre. 1927 Il 14 gennaio Enrico Macis, giudice istruttore del Tribunale militare di Milano, emette contro di lui un mandato di cattura. Il 20 gennaio è arrestato e tradotto al carcere di San Vittore a Milano. La dura vita del carcere si ripercuote sulla sua salute. Il 14 maggio Tatiana lo raggiunge a Milano, ma si ammala ed è ricoverata fino al mese di agosto; avrà il primo colloquio con il cognato il 5 settembre. 1928 Il 28 maggio si apre a Roma, presso il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, il processo - il cosiddetto «processone» - contro Gramsci e il gruppo dirigente del Pcd'I. Il 30 maggio è interrogato in aula. Il 4 giugno è emessa la sentenza che lo condanna a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione. A causa delle sue compromesse condizioni di salute è destinato alla casa penale per minorati fisici e psichici di Turi. 1929 A gennaio ottiene il permesso di scrivere, e l'8 febbraio inizia la stesura dei Quaderni. Al momento di lasciare Turi, ne avrà redatti ventuno. 1930 Il 16 e il 23 giugno riceve la visita del fratello Gennaro. Verso la fine dell'anno, con l'arrivo a Turi di alcuni compagni di partito, comincia un ciclo di discussioni sugli intellettuali e il partito e sulla Costituente. Queste posizioni provocano le reazioni di alcuni compagni di carcere, che l'accusano di non essere in linea con la politica dell'Ic, che ha abbandonato la tattica del fronte unico. 1931 Il 23 febbraio chiede notizie di Umberto Cosmo, suo professore negli anni universitari. Entra in vigore il nuovo Regolamento per gli istituti di prevenzione e pena, sulla base del quale dal 13 luglio gli è concesso di scrivere alla famiglia una lettera a settimana. 1932 Le sue condizioni di salute continuano a peggiorare; nella seconda metà di ottobre è visitato dal sanitario del carcere. In seguito ai provvedimenti di amnistia e al condono per il decennale della Marcia su Roma, la sua condanna viene ridotta a 12 anni e 4 mesi. Inizia la stesura dei «Quaderni speciali». Il 30 dicembre a Ghilarza muore la madre. 1933 In seguito all'aggravarsi della sua malattia, in ottobre presenta istanza di trasferimento che viene accolta. Il 19 novembre lascia la casa penale di Turi e, dopo una breve permanenza nell'infermeria del carcere di Civitavecchia, raggiunge la clinica del prof. Cusumano a Formia. Riceve la visita di Piero Sraffa. 1934 Il 14 ottobre l'ispettore di Pubblica sicurezza Antonio Valenti gli comunica l'accoglimento della richiesta della libertà vigilata. Il 26 ottobre il decreto è firmato dal giudice di sorveglianza di Roma. 1935 In seguito ad una nuova crisi, nell'agosto del 1935 è trasferito alla clinica Quisisana di Roma. Interrompe definitivamente la stesura dei Quaderni, di cui ne risultano redatti complessivamente 29 di note e 4 di traduzioni. 1937 Terminato il periodo di libertà condizionale e riacquistata la piena libertà, il 25 aprile è colpito da emorragia cerebrale. Due giorni dopo muore. Le sue ceneri sono dapprima depositate nel cimitero del Verano e nel settembre dell'anno successivo trasferite al Cimitero acattolico di Roma.
 

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STORIA ARCHIVISTICA

L'Archivio Antonio Gramsci è conservato presso la Fondazione Gramsci a partire dalla fine del 1954. Il recupero delle carte prodotte dal dirigente sardo ebbe inizio già all'indomani dell'arresto, avvenuto l'8 novembre 1926, quando la cognata Tatiana Schucht provvide al recupero degli scritti di G. ancora conservati nella casa di Via Morgagni 25 a Roma. Questi documenti, fra i quali il manoscritto sulla "quistione" meridionale e gli studi preparatori per le dispense della scuola di partito, furono presumibilmente affidati all'Ambasciata russa a Roma[1]; da qui inviati, probabilmente tramite canale diplomatico, al Centro estero del partito a Parigi e poi a Mosca[2]. Non è stato possibile, tuttavia, ricostruire il percorso compiuto da queste carte, la data del loro rientro in Italia e il loro inserimento nel nucleo documentario intestato a Gramsci. Dopo la morte di G., il 27 aprile 1937, Tatiana prese in consegna i Quaderni, la corrispondenza da lui ricevuta durante gli anni del carcere e la documentazione amministrativa relativa alla sua detenzione (libretti del sopravvitto, ricevute degli invii di libri della Libreria Sperling & Kupfer). A questo corpus si andò ad aggiungere la corrispondenza autografa di G. posseduta da Tatiana e non inviata, come consuetudine, a Mosca. I Quaderni furono subito messi in salvo presso l'Ambasciata e in attesa di inviare tutto il materiale a Giulia, secondo le volontà di G., Tatiana iniziò la compilazione di un primo elenco degli argomenti in essi trattati. Per avviare il recupero di tutti gli scritti del marito conservati dalla sorella a Roma, il 3 maggio 1937 Giulia scrisse al Commissariato del popolo per gli affari esteri e al vicecommissario Potemkin[3]. A sollecitare un rapido invio della documentazione in Urss fu anche Togliatti, il quale, l'11 giugno 1937, chiese a Manuil'skij, rappresentante del partito sovietico nel Comintern, di provvedere al trasferimento degli scritti gramsciani [4]. Intanto, il 5 luglio 1937, Tatiana inviava alla sorella, per via diplomatica, i «manoscritti di Antonio». Il resto della documentazione fu invece inviata in diverse tranches fino al dicembre 1938, quando Tania rientrò a Mosca dopo trent'anni trascorsi in Italia [5]. Questa documentazione si integrò con quella conservata a Mosca dalla famiglia Schucht: le lettere precarcerarie dal 1922 al 1926 e le lettere dal carcere autografe che Tatiana aveva spedito dall'Italia. Il 25 febbraio 1939 presero avvio i lavori della «Commissione per l'eredità letteraria di Antonio Gramsci», istituita per volontà del Comintern con lo scopo di decidere in merito al lascito librario e documentario di G.[6]. Nel frattempo, aveva avuto avvio il recupero di altri autografi, come testimonia un quaderno manoscritto redatto da Togliatti contente l'elenco delle lettere di G.[7] e comprensivo non solo delle lettere inviate a Giulia e a Tania, ma anche di 11 lettere inviate a Vincenzo Bianco nel periodo viennese e 5 inviate a Giuseppe Berti nel biennio 1927-1928. Il 23 dicembre 1940 la Segreteria del Comintern stabilì la costituzione di un fondo intestato a G. presso i propri archivi e il trasferimento in esso di tutte le carte possedute dalla famiglia Schucht. Nel maggio 1941, in seguito all'invasione tedesca dell'Unione Sovietica si rese necessario il trasferimento di tutti gli uffici del Comintern, compreso l'archivio, a Ufa. Temendo che i manoscritti di G. andassero perduti, nella primavera 1941 Giulia Schucht consegnò tutti i materiali di G. in suo possesso e le lettere di Tatiana a Vincenzo Bianco; questi li trasportò ad Ufa dove era conservato anche il resto della documentazione. Le carte tornarono a Mosca probabilmente alla fine del 1943 - anche per le continue richieste di Togliatti che lavorava alla loro pubblicazione - e conservate presso l'archivio dell'Istituto Marx-Engels-Lenin. Da Mosca le carte furono inviate in Italia a più riprese: i manoscritti dei Quaderni furono consegnati a Togliatti dall'ambasciatore sovietico a Roma il 3 marzo 1945 [8]. Le lettere e gli altri documenti furono invece consegnati il 10 dicembre 1946 al Comitato centrale del partito comunista russo e da qui, il 12 dicembre, tutti i materiali dell'archivio personale di G. furono inviati a Dekanozov, vicecommissario del popolo per gli affari esteri dell'Urss, per essere poi consegnati personalmente a Togliatti[9]. Un ulteriore invio è confermato dalla lettera di Paolo Robotti del 13 gennaio 1947 a Togliatti con la quale comunicava «ancora un invio di materiali su Gramsci»[10]. Tutti i materiali furono depositati presso la Direzione del Pci, ormai stabilita in via delle Botteghe oscure. Tra questi vi erano anche le lettere di Tatiana a G. e la corrispondenza da lui ricevuta. Il 21 ottobre 1948 la Segreteria del Pci decise la creazione di una struttura presso cui conservare tutta la documentazione relativa all'opera e al pensiero di G. A tale scopo nell'aprile 1950 fu inaugurata la Fondazione Gramsci, alla quale già il mese precedente la Segreteria del Pci aveva provveduto a donare i volumi della biblioteca. Non vi era però nessun riferimento ad una eventuale acquisizione e conservazione degli scritti. Il 30 dicembre 1954 Ambrogio Donini, direttore dell'Istituto Gramsci[11], informava la Segreteria del partito di aver ricevuto una parte dei documenti di Gramsci, ad eccezione dei manoscritti dei Quaderni e delle lettere che «si trovano ancora nella cassaforte dell'ufficio di Amministrazione della Direzione del Pci»[12] e suggeriva la trasmissione di questo materiale in luogo più sicuro. Il consiglio fu evidentemente accettato, tanto che il 28 marzo 1955, in una lettera a Luigi Longo, Donini comunicava l'avvenuto deposito degli originali dei Quaderni e delle lettere in una cassetta di sicurezza della Banca Nazionale del Lavoro di Roma[13]. Nel 1963 tutti i documenti - ad eccezione delle lettere di Tatiana a G. - furono depositati definitivamente presso l'Istituto Gramsci. Con la collocazione definitiva delle carte di G., ebbe inizio il lavoro di recupero di tutti gli scritti da lui prodotti e ricevuti, sia negli anni giovanili che in quelli carcerari. In vista della pubblicazione di una nuova edizione delle lettere dal carcere, Togliatti, con la collaborazione di Elsa Fubini, si impegnò nel recupero del materiale documentario conservato dalla famiglia d'origine: sia dal fratello Carlo a Milano che dalla sorella Teresina a Ghilarza. Il 24 giugno 1963 Carlo Gramsci inviava a Togliatti una parte dei documenti in suo possesso. Si trattava di 26 lettere in fotocopia di G. alla madre, a Carlo e a Grazietta, dal giugno 1924 al dicembre 1932. Ad esse si aggiungevano 10 documenti originali: il quaderno di appunti di fisica, 3 schede di libri della biblioteca di Ghilarza, le carte relative al ricovero nelle cliniche Cusumano di Formia e Quisisana di Roma e le ricevute delle spese funerarie. Nel gennaio1964 Togliatti informava Elsa Fubini che le lettere di Tatiana a G. erano rimaste in suo possesso; non sappiamo però la data del loro inserimento nell'epistolario gramsciano. Il 4 aprile 1968 Teresina Gramsci donava le trascrizioni dattiloscritte delle lettere di Gramsci alla famiglia del periodo 1908-1913, relative agli anni del liceo e dell'università. È probabile che risalga agli anni '60 anche il recupero di alcune lettere degli anni universitari indirizzate a G. da Angelo Tasca, Cesare Berger e Giovanni Vittorio Amoretti. Alle donazioni dei familiari seguì, nel luglio 1974, quella di Piero Sraffa che consegnò a Elsa Fubini gli originali delle 4 lettere autografe in suo possesso, dal 1924 al 1927. Nel dicembre 1981 Giuliano Gramsci donò all'Istituto 5 lettere di Gramsci a Tatiana, a Giulia e a Delio relative agli anni 1927-1930. Il recupero della documentazione di G. continuò anche negli anni '90. Nel 1994, in seguito alle ricerche di Silvio Pons, furono depositare in copia alla Fondazione Gramsci documenti provenienti dai diversi fondi del Rossijskij Gosudarstvennyj Archiv Social'no-Politiceskoj Istorii (RGASPI, Archivio statale russo per la storia socio-politica). In particolare, sono state rinvenute nuove lettere della corrispondenza fra G. e i membri del PcdI per gli anni 1922-1926. Sono state inoltre rintracciate, nel fondo 519 del RGASPI, gli autografi di 4 lettere di G. a Tatiana del 1933 (3 dell'agosto e una dell'ottobre) e la trascrizione di una lettera a Gennaro Gramsci del giugno 1930. Nel 1999 Diddi Paulesu, nipote di G. ed erede delle carte conservate da Teresina, consegnava le riproduzioni fotografiche di 53 lettere di G. ai familiari dal 1908 al 1933, 20 lettere di familiari e compagni di scuola a G. - fra i quali Eraldo Marica, Ignazio Deidda e Agostino Careddu - e alcuni documenti relativi agli anni scolastici. Nel 2005 Mimma Paulesu Quercioli donava alla Fondazione gli originali di 85 lettere autografe di G. dal 1924 al 1933 e una cartolina di Angelo Tasca del 1912. Nel luglio 2005 e nel marzo 2006 Antonio Gramsci jr., figlio di Giuliano, donava in originale una prima parte dei documenti conservati nella sua casa di Mosca, ai quali sono seguiti quelli in copia digitale del maggio 2007 e del maggio 2008. La nuova documentazione, grazie alla quale è stato possibile ricostruire soprattutto la corrispondenza di Tatiana con i familiari, ha permesso anche di colmare le lacune presenti nell'epistolario gramsciano con l'inserimento di 46 lettere ricevute da G. durante gli anni del carcere. Altre 3 lettere di G. del 1927-1928, seppure solo in fotocopia, sono state rinvenute fra le carte di Elsa Fubini, a lungo curatrice dell'archivio. Nel 2022 sono stati donati dagli eredi della famiglia Scotti, tre temi di Gramsci del 1911. L'archivio ha ricevuto la dichiarazione di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica del Lazio il 18 settembre 1975.

(Ultimo aggiornamento febbraio 2023)

[1] Cfr. la lettera di Tatiana alla famiglia del dicembre 1926 in T. Schucht, Lettere ai familiari, a cura di Mimma Paulesu Quercioli, Roma, Editori riuniti, 1991, p. 22.

[2] Cfr. la lettera di Ruggero Grieco a Camilla Ravera del gennaio 1927 in A. Gramsci-T. Schucht, Lettere 1926-1935, a cura di A. Natoli e C. Daniele, Torino, Einaudi, 1997, pp. 25-26.

[3] La lettera è pubblicata in traduzione italiana da P. Spriano, L'ultima ricerca, Roma, «L'Unità» editrice, 1988, p. 32.

[4] FG, AAG, Gramsci dopo la morte.

[5] Cfr. G. Gramsci, Ricordo di Tatiana, in T. Schucht, Lettere ai familiari, cit., p. XVIIII.

[6] I materiali della Commissione sono in RGASPI, fondo 519, inventario 1, fasc. 114.

[7] Questo quaderno, di cui non si conosce la data esatta di compilazione, è integralmente riprodotto in Togliatti editore di Gramsci, a cura di C. Daniele, Roma, Carocci, Fondazione Istituto Gramsci, Annale XIII, 2005, pp. 233-88.

[8] FG, APC, Internazionale comunista, Comitato centrale del Pcus (17), inv. 128, fasc. 42.

[9] Ivi, fasc. 966.

[10] FG, AAG, Gramsci dopo la morte.

[11] Nel 1954 la Fondazione venne trasformata in Istituto e al direttore venne affiancato un organo di direzione collegiale. Nel 1982 l'Istituto si è costituito in Fondazione giuridicamente riconosciuta dallo Stato.

[12] FG, AAG, Gramsci dopo la morte.

[13] FG, AAG, Gramsci dopo la morte.

 

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MODALITÀ DI ACQUISIZIONE

Donazioni e recuperi

AMBITI E CONTENUTO

Il fondo contiene documenti di diversa tipologia, recuperata a partire dalla morte di Gramsci. Sono qui conservati documenti personali e documenti scolastici, come disegni, temi, quaderni scolastici; scarsa è la documentazione relativa agli anni trascorsi da Gramsci a Torino, fra i quali gli Appunti di glottologia 1912-1913. Sono inoltre presenti le dispense per la scuola di partito e il ms. autografo Alcuni temi della quistione meridionale. Consistente la serie Epistolario che contiene la corrispondenza ricevuta dal 1906 al 1937, e gli autografi di Gramsci dal 1908. Sono inoltre conservati i manoscritti autografi dei Quaderni del carcere, gli atti relativi alle pratiche di cremazione e sepoltura e la corrispondenza riguardante Gramsci e i suoi familiari, intercorsa fra la Questura di Roma e la direzione della casa penale di Turi.

Data le complesse modalità di recupero e stratificazione delle delle carte, la documentazione conservata è presente sia in originale che in fotocopia che in copia digitale.

CRITERI DI ORDINAMENTO

L'archivio è ordinato in 4 serie:

  1. Carte personali
  2. Epistolario
  3. Quaderni del carcere
  4. Documenti su Antonio Gramsci

CONDIZIONI DI ACCESSO

L'archivio è liberamente consultabile nel rispetto della normativa archivistica vigente e del regolamento interno della Fondazione Gramsci.

CONDIZIONI DI RIPRODUZIONE

Riproduzione soggetta ad autorizzazione della Fondazione Gramsci

STRUMENTI DI RICERCA

Inventario a cura di Eleonora Lattanzi.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

E. Lattanzi, "L' archivio Antonio Gramsci: criteri di riordinamento di un 'totem di carte", in  Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, Firenze, Olschki, a. XXVII, 2013, pp. 178-194.

Bibliografia gramsciana on line a cura di J. Cammett, F. Giasi, M.L. Righi  https://www.fondazionegramsci.org/bibliografia-gramsciana/ 

Linda Giuva (a cura di), Guida agli archivi della Fondazione Istituto Gramsci di Roma, Roma, Editori Riuniti, 1994, pp. 94-101