Rivoluzione passiva. Un concetto di lunga durata
Il concetto di rivoluzione passiva (e di quello coniugato di rivoluzione
attiva) è presente e operativo nella teoria politica e in quella storiografica italiana a partire
dal 1799, anno della costituzione della giacobina Repubblica napoletana. Anche se
l'origine dei due concetti è rintracciabile nel Rights of Man, Part the Second, Combining
Principle and Practice (1792) di Thomas Paine, essi troveranno la loro elaborazione più
articolata nel Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli (1801,1806) di Vincenzo Cuoco.
Da questi grazie a Benedetto Croce, a Guido De Ruggiero ma poi soprattutto grazie ad
Antonio Gramsci, tali concetti - soprattutto il primo, sebbene declinato con numerosi
slittamenti semantici - svolgeranno, in maniera assai diffusa, un ruolo analitico
fondamentale nello studio dei processi politici e storici del mondo contemporaneo
The concept of passive revolution (and the conjugated concept of active
revolution) is present and operative in Italian political theory and historiography from
1799, the year of the constitution of the Jacobin Neapolitan Republic. Even if the origin
of the two concepts can be traced in Thomas Paine's Rights of Man, Part the Second,
Combining Principle and Practice (1792), they will find their most articulate elaboration
in Vincenzo Cuoco's Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli (1801,1806). From there,
thanks to Benedetto Croce, Guido De Ruggiero and above all Antonio Gramsci, these
concepts - especially the first, albeit with numerous semantic shifts - will play a
fundamental analytical role in the study of the political and historical processes of the
contemporary world.
Lingua | ita |
Nomi |
[] Di Meo, Antonio |
Soggetti |
Rivoluzione Passiva
Teoria Politica Giacobinismo
Passive revolution
Political theory Jacobinism |