Rivoluzione passiva. Un concetto di lunga durata

fa parte di Dialettica e Filosofia , luglio 2022 , pp. 1 - 22
Il concetto di rivoluzione passiva (e di quello coniugato di rivoluzione attiva) è presente e operativo nella teoria politica e in quella storiografica italiana a partire dal 1799, anno della costituzione della giacobina Repubblica napoletana. Anche se l'origine dei due concetti è rintracciabile nel Rights of Man, Part the Second, Combining Principle and Practice (1792) di Thomas Paine, essi troveranno la loro elaborazione più articolata nel Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli (1801,1806) di Vincenzo Cuoco. Da questi grazie a Benedetto Croce, a Guido De Ruggiero ma poi soprattutto grazie ad Antonio Gramsci, tali concetti - soprattutto il primo, sebbene declinato con numerosi slittamenti semantici - svolgeranno, in maniera assai diffusa, un ruolo analitico fondamentale nello studio dei processi politici e storici del mondo contemporaneo The concept of passive revolution (and the conjugated concept of active revolution) is present and operative in Italian political theory and historiography from 1799, the year of the constitution of the Jacobin Neapolitan Republic. Even if the origin of the two concepts can be traced in Thomas Paine's Rights of Man, Part the Second, Combining Principle and Practice (1792), they will find their most articulate elaboration in Vincenzo Cuoco's Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli (1801,1806). From there, thanks to Benedetto Croce, Guido De Ruggiero and above all Antonio Gramsci, these concepts - especially the first, albeit with numerous semantic shifts - will play a fundamental analytical role in the study of the political and historical processes of the contemporary world.
Lingua ita
Nomi [] Di Meo, Antonio
Soggetti
Rivoluzione Passiva
Teoria Politica
Giacobinismo
Passive revolution
Political theory
Jacobinism