Anglani, Bartolo
Solitudine di Gramsci
politica e poetica del carcere
Roma: Donzelli, 2007, XX, 330 p.
Questo libro si propone di leggere Gramsci come un classico che, come tutti i classici, parla alle generazioni future in termini sempre nuovi e imprevedibili. Tramontato il sogno del comunismo, oggi Gramsci è per noi soprattutto uno scrittore, uno dei più grandi scrittori del Novecento. Fare di lui uno scrittore non significa però rimuovere la sostanza politica del suo pensiero, ma prenderla come materia bruciante sulla quale Gramsci ha elaborato un progetto teorico che, come avrebbe detto Pirandello, «non conclude». Il fascino straordinario della prosa gramsciana scaturisce dall'incompiutezza che è legata all'esperienza del carcere. E il carcere, a sua volta, è non un accidente ma la manifestazione di un «destino» che si è annunciato nella sua vita fin dagli anni infantili: del destino della solitudine che si riassume nelle figure di Prometeo, di Farinata, di Tiresia e di altri eroi tragici. Non c'è bisogno di stravolgere il testo gramsciano per ritrovarne le tracce: basta leggere quelle pagine, perché Gramsci il suo destino lo ha raccontato con stile altissimo, sia nei Quaderni che, soprattutto, nelle Lettere dal carcere, libro che sempre più appare come uno dei grandi classici del secolo scorso. (www.donzelli.it)
Lingua | ita |
Nomi |
[author] Anglani, Bartolo |
Soggetti |
Letteratura (In Generale)
Literature general
|
De Masi, Marco
"Quaderni" di Gramsci: ideologia o letteratura?
"Quaderni" di Gramsci: ideologia o letteratura?