SCRITTI (1910-1926) 3. 1918
ANTONIO GRAMSCI. SCRITTI (1910-1926) 3 1918
a cura di Leonardo Rapone e Maria Luisa Righi
Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana 2023 | pp. XXXIII, 1004
ISBN 9788812011544
Indice
Nota al testo, XI
Abbreviazioni archivistiche e bibliografiche, XXXIII
Scritti, 1
Apparati, 827
Voci biografiche, 829
Indice dei periodici, 959
Indice dei nomi, 965
Indice generale, 987
dalla Nota al testo
Questo volume dell’Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci raccoglie tutti gli scritti di Gramsci andati in stampa nel corso dell’anno 1918 sinora individuati. Sono inclusi quegli articoli la cui pubblicazione fu vietata dagli uffici di revisione addetti alla censura e dei quali si sono conservate le bozze di stampa. Nei casi in cui la disponibilità delle bozze lo ha consentito, sono stati ripristinati i passi censurati all’interno di articoli ammessi alla pubblicazione. Tutti i testi derivano dall’attività svolta da Gramsci quale redattore della stampa socialista torinese: un’attività che nel corso del 1918 si esplicò sulle pagine del «Grido del popolo», il settimanale dei socialisti della provincia di Torino, e dell’«Avanti!», il quotidiano del Partito socialista italiano diretto allora da Giacinto Menotti Serrati. Gramsci a quel tempo era il redattore unico del «Grido del popolo», un incarico, equivalente nei fatti a quello di direttore, assunto nel settembre 1917 in seguito agli arresti che avevano decapitato la sezione socialista torinese dopo la rivolta popolare dell’agosto di quell’anno. Da allora l’impostazione e la confezione del «Grido del popolo» poggiarono quasi esclusivamente sulle sue spalle; era lui a redigere buona parte degli articoli. Gramsci faceva contemporaneamente parte della redazione torinese dell’«Avanti!», in cui era entrato al momento della sua costituzione alla fine del 1915. La redazione era nata con il compito di curare la pubblicazione di una pagina di cronaca locale, le Cronache torinesi, destinata alla diffusione in Piemonte, inizialmente inserita all’interno dell’edizione nazionale del quotidiano, stampata a Milano; più tardi, quando l’«Avanti!» si dotò di una doppia edizione, milanese e romana – dapprima in via sperimentale, poi stabilmente –, le Cronache torinesi rimasero parte della foliazione dell’edizione milanese. […]
dalla Nota al testo
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